LA PIANURA INCANTATA | nel respiro di Michelangelo Di Flavia Franceschini

23-09-2013

Dal 28 settembre alle ore 18.00 al 28 ottobre alle ore 21.00Studio di scultura Flavia Franceschini Via Carmelino 15/17 Ferrara

Trasponendo il titolo dalle immaginifiche “montagne incantate”, l’autrice ha creato una serie di immagini, proposte in video e in particolari interpretazioni fotografiche, nella suggestione evocata dalla poetica di Michelangelo Antonioni, seguendone “il respiro” nella pianura ferrarese.

 La pianura incantataLa mostra è curata dall’ Associazione “Accademia d’Arte Città di Ferrara” – Galleria del Carbone. Ferrara

Con il patrocinio dell’Associazione Michelangelo Antonioni

flaviafranceschini@alice.it

www.flaviafranceschini.it

http://www.amaci.org/gdc/nona-edizione/la-pianura-incantata-nel-respiro-di-michelangelo

http://youtu.be/VL5TKccsW5A

flavia_invito flavia_locandina

 

Una nebbia fitta avvolge delle figure in movimento: camminano, vanno in bicicletta, attraversano lo spazio e il tempo di una città di pianura. Piatta pianura. Pianura incantata. Pianura che avvolge e svolge. Non la vetta, e neppure gli abissi, le profondità narrate dallo sguardo di Michelangelo Antonioni toccano i vertici dell’anima ovunque in pianura il suo sguardo si posa, avvolgendo le immagini con un incantesimo.

La pianura, dopo Antonioni, non è più la stessa. Il regista l’ha trasformata semplicemente cogliendone il senso. Ma che senso ha la pianura? Si direbbe che è piatta. Priva di senso. Tanta terra e tanto cielo. A prima vista piatta, con qualche linea verticale e l’orizzonte laggiù. Eppure ha un senso, anzi molti. Chi li avverte è preso da una strana vertigine dell’animo.

Ma come è possibile avere le vertigini in pianura?

E qui è l’incanto. L’incanto della pianura di Antonioni. L’incanto di Antonioni.

E l’incanto de La pianura incantata di Flavia Franceschini.

Le immagini di Flavia Franceschini riecheggiano del respiro di Antonioni. Flavia riscrive con gli occhi lo stesso libro che è stato “filmato” da Antonioni: la pianura incantata.

Leggendo le immagini si è presi nel vortice della pianura. Guardando, vedendo, le opere che compongono questa nuova pianura incantata si è colti, in ogni senso, da un sentimento di vertigine e commozione.

La storia si svolge in una pianura. Piatta pianura. Protagonisti la terra e quella linea dell’orizzonte lì che mai si prende: e subito il cielo attraversato da fili elettrici che sembrano far passare tutta l’energia che v’è sotto, di nuovo sulla terra, nella verticalità delle figure umane, alberi, tralicci, fabbriche… Sembra, e forse è davvero così, che quei fili elettrici facciano passare in mezzo al cielo, tagliandolo, gli invisibili moti dell’animo umano, attraversandolo in orizzontale, memori di quella linea imprendibile che è dell’orizzonte e mai la cederà. E poi il fiume e le strade. Altre vie, fluide e importanti, nel senso che importano e accolgono, oppure, tramite le stesse strade, gli esseri si allontanano, escono infine dall’inquadratura e dalla visione, vanno nell’immaginario.

Per il maestro detto dell’incomunicabilità (ben venga questa sua incomunicabilità: in essa la comunicazione eccelle e si sviluppa in ogni direzione) le vie di comunicazione sono strade battute di pianura e il fiume, il grande Po che s’impone di fluidità, è una pellicola cinematografica che ha impresso in sé le immagini del suo scorrere nel tempo.

Flavia Franceschini ripercorre la pianura incantata e rende a meraviglia con le sue opere la poetica, il senso della pianura di Antonioni, e la bellezza della vertigine.

  Terry May

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