Andrea Samaritani – “Al di là delle nuvole”

16-05-2014

Appunti dal set
Il backstage del film Al di là delle Nuvole di Michelangelo Antonioni assistito da Wim Wenders
http://www.meridianaimmagini.it/index.php?idk=161

Testo e foto di Andrea Samaritani  (Laguna novembre – dicembre 1994)

I comacchiesi percorrono il lunghissimo porticato del convento dei Cappuccini per andare a “mettere un piede” sul gradino della chiesa. In questi giorni nebbiosi e umidi, invece, i comacchiesi, o meglio le ragazzine di Comacchio, corrono lungo il porticato dei Cappuccini con dei foglietti in mano. Mi chiedo se è una nuova forma di religiosità popolare. Nient’affatto. La calamita per le centinaia di “comacine” è l’attore più in voga negli ultimi tempi: Kim Rossi Stuart.
Si proprio lui, quello di Fantaghirò, il bello di tanti sceneggiati televisivi, il fidanzato ideale per migliaia di ragazze italiane.
Il miracolo a Comacchio è avvenuto. Ore e ore a battere i piedi per terra dal freddo, in fila indiana davanti alla porta chiusa della Sivalco (Azienda delle Valli di Comacchio) dove si sta girando il film di Michelangelo Antonioni, per quell’autografo da incorniciare vicino al letto.
Gli anonimi uffici della Sivalco sono diventati la Cinecittà ferrarese, il cuore del set del film che mezzo mondo sta aspettando. Purtroppo il set è a porte chiuse, oscurato alle telecamere francesi, inglesi e tedesche che insistentemente avevano chiesto l’autorizzazione per fare qualche ripresa.
Set chiuso anche per i tanti giornalisti che hanno telefonato innumerevoli volte al ferreo ufficio stampa. Indiscrezioni negate ai molti fotoreporter appostati sui tetti o “pizzicati” dai rigorosissimi carabinieri della caserma locale.
Le foto che illustrano questo servizio sono le poche che si sono potute realizzare. Antonioni ne meritava ben altre. Pazienza, la produzione ha voluto salvaguardare la serenità e la calma del set, che in effetti c’è. E’ raro trovare un set tranquillo, dove vengono rispettati gli orari, le pause, dove regna sovrano il silenzio. Il silenzio di Antonioni davanti all’infinito evanescente delle valli: atteggiamento da suggerire ad ogni visitatore, per interiorizzare meglio la magia del Delta del Po.
Il set, però, non è solo poesia, ma anche e soprattutto artificio. Così gli osservatori più smaliziati sorridono quando i tecnici cercano di ricreare con delle bombole spray la tipica nebbia delle valli!
Anche ai più distratti non è sfuggito il paradosso di quando è stato ingaggiato un camion-cisterna per spruzzare acqua nella strada acciottolata per rendere più umida Comacchio. Ancora più umida di così?
Poi c’e quel ragazzone, che si aggira dinoccolato tra i tecnici, ogni tanto parla all’orecchio di Antonioni, scatta e scatta tantissime fotografie. In pochi riconoscono sotto quella lunga giacca a vento uno dei più grandi registi del mondo: Wim Wenders. Gran giocherellone, eterno bambino, Wim Wenders si muove nel Delta con una leggerezza unica, con un’attenzione estrema ai particolari e con lo spirito di chi vuole “assaggiare” tutto.
Così anche il contenitore  dell’anguilla marinata diventa, per Wim Wenders, il cilindro del mago, dal quale salta fuori chissà quale sorpresa.
L’ultima sorpresa ce l’ha riservata l’addetto al casting, colui che recluta le comparse. Tutte le mattine, tra un attore e l’altro, scortati da macchinoni targati Roma, Mi, Bo, France, Deutschland, ecc. superano il magico cancello della Sivalco, l’ex sindaco di Comacchio Luciani e la sua fedelissima first lady, per andare a indossare i panni dei locandieri, negli uffici dell’Azienda Valli trasformata per l’occasione in antica locanda.
Giornate indimenticabili per la coppia più famosa di Comacchio, che possono così esibire l’ennesima foto ricordo in compagnia delle star del cinema. Ultima di una lunga serie di istantanee attaccate alle pareti del loro ristorante, dopo quelle in compagnia di Sting, di Dubceck e di Carlo Rambaldi.
Rambaldi ? Si proprio quello degli effetti speciali, quello di ET,
il mago della fiction che ha le radici nel delta ferrarese e il cuore trapiantato da lunghi anni a Los Angeles, l’ altra capitale del cinema. Dopo Comacchio, ovviamente.

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