La fortuna commerciale de L’avventura permette ad Antonioni di iniziare le riprese de La notte, rielaborazione di un soggetto scritto precedentemente, “Baldoria”. Il ruolo femminile è affidato a Jean Moreau, conosciuta durante la lavorazione de I vinti, con la quale, da allora, si era ripromesso di fare un film. Per l’attrice francese le riprese sono talmente dure e l’esperienza così «divorante», da impedirle, anche successivamente, la visione della pellicola.

Nel 1962 Antonioni filma a Firenze un’eclissi di sole; le impressioni che ne trae stanno alla base de L’eclisse. Incuriosito dall’ambiente della Borsa, decide di frequentarlo per un periodo e, trovandolo «straordinario anche visivamente», vi ambienta il film. Il regista costringe poi anche Delon a passare un certo periodo in Borsa, affinché assimili le movenze e le caratteristiche di un agente di cambio e, per le riprese, si avvale di veri agenti, operatori e banchieri. Sia pubblico che critica riservano al film un’accoglienza contrastante; tra le opere della maturità dell’autore L’eclisse è forse quello che incassa di meno, anche se ha un successo sorprendente in Giappone.

Lunghi e meticolosi studi sul colore precedono le riprese de Il deserto rosso, che hanno inizio nell’ottobre del 1963. Se da una parte il colore costringe l’autore a modificare la tecnica, dall’altra risponde a un bisogno di cambiamento che egli sente da tempo. Ad Antonioni non interessa il colore in sé, quanto un suo uso espressivo: «”Deserto”, forse perché non ci sono più molte oasi. “Rosso”, perché è il colore del sangue. Il deserto sanguinante, vivente, pieno della carne degli uomini», dirà a proposito del titolo.

Nel 1965 partecipa, con la Prefazione, al film a episodi I tre volti, operazione commerciale voluta da Dino De Laurentiis per il lancio di Soraya, ex imperatrice di Persia. Antonioni, differenziandosi dagli altri registi, usa un tono da ricostruzione e torna al discorso sulla “macchina cinema” intrapreso con La signora senza camelie.

La lettura del racconto di Julio Cortazar La bava del diavolo, gli ispira il soggetto di Blowup che decide di ambientare a Londra, ritenendo che in Italia non esistano personaggi come quello del protagonista, Thomas. Le riprese si svolgono dall’aprile all’agosto del 1966, con una troupe interamente inglese, eccetto il direttore della fotografia e il capo elettricista. Per lo studio del protagonista, Antonioni prende in prestito quello del fotografo John Cowan. La crisi del personaggio rispecchia – come lui stesso afferma – la crisi dell’autore che si sente «diverso da prima, proprio nel modo di stare di fronte alla realtà». Premiato con la Palma d’oro a Cannes, accolto con successo nei paesi di lingua inglese, in Italia Blowup è al quinto posto nella graduatoria degli incassi stagionali.

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