MOSTRA FOTOGRAFICA / IL PO DI MICHELANGELO ANTONIONI

25-09-2014

 RASSEGNA STAMPA

                                      

MOSTRA FOTOGRAFICA / IL PO DI MICHELANGELO ANTONIONI   15-21 settembre 2014 Chiostro Minore, Museo di Santa Caterina Treviso   Orari: da martedì a  domenica  9.00 – 12.30 e 14.30 – 18.00 / da lunedì a domenica 20.00- 23.00   “L’Associazione Michelangelo Antonioni, fondata da Elisabetta unica nipote del regista, ha fatto il suo esordio nel 2011 al Festival Internazionale del Film di Roma. La partecipazione di Silvia Ronchey e Paolo Mereghetti ha permesso di presentare una sceneggiatura inedita di Michelangelo Antonioni: “Patire o morire”. Il film non fu mai realizzato perché il tema della mistica femminile negli anni Settanta non attirava i produttori così come non li attirerebbe oggi. Parte della sceneggiatura venne ripresa nel terzo episodio di “Al di là delle nuvole”, che Antonioni diresse oltre vent’anni dopo. Le fotografie inedite della mostra furono scattate dallo stesso Antonioni nel 1939 ed inserite in un articolo da lui scritto per il numero 68 della rivista Cinema: “Per un film sul fiume Po”. Queste fotografie, originali ed uniche, documentano quanto Antonioni fosse interessato ai luoghi della sua infanzia e giovinezza. Sono giunte fino a noi grazie al fratello del regista, Carlo Alberto, che le ha gelosamente conservate. Nel 1943 Antonioni decise di girare un documentario sulla vita delle persone che vivevano e lavoravano sul fiume Po, ma ben presto la guerra gli avrebbe imposto una sosta forzata. Rimise mano al documentario nel 1947, scoprendo che quasi la metà della pellicola girata era andata perduta. Non si saprà mai se volontariamente distrutta per ragioni politiche o per imperizia di chi aveva l’incarico di sviluppare il materiale girato. Certo è che le scene più drammatiche, quelle dell’acqua che entra nelle povere capanne e tutto distrugge sono irrimediabilmente rovinate ed inutilizzabili. Un sincero ringraziamento al Sole Luna Treviso Doc Film Festival che, giunto alla IX edizione ha voluto ricordare Michelangelo Antonioni e, tramite l’Associazione a lui intitolata, gli rende omaggio con una mostra fotografica. Per noi è un onore essere presenti e contribuire al dialogo tra culture”.   Elisabetta Antonioni   Presidente dell’Associazione Michelangelo Antonioni    

 

ANSA Lifestyle – Antonioni e il Po, le foto ritrovate di Alessandra Magliaro http://www.michelangeloantonioni.info/2014/09/12/ansa-lifestyle-antonioni-e-il-po-le-foto-ritrovate/

Antonioni e il Po, le foto ritrovate

Scatti inediti del regista che prepara il primo film

(di Alessandra Magliaro)

   (ANSA) ”Appena tre mesi fa tra le carte di mio padre Carlo Alberto sono venute fuori  foto mai viste prima, scattate da mio zio Michelangelo alla fine degli anni ’30 quado pensava ad un film o ad un documentario sul Po, la vita dura dei suoi abitanti”, racconta Elisabetta, l’unica nipote del regista che nel 2011 ha fondato l’Associazione Michelangelo Antonioni. Queste foto saranno mostrate per la prima volta a Treviso al festival Sole Luna Treviso Doc Film, giunto alla IX edizione (15-21 settembre). Gli scatti in bianco e nero furono pubblicati sul numero 68 di Cinema del 25 aprile del 1939 a corredo di un articolo scritto dal giovane Antonioni (era nato a Ferrara il 29 settembre 1912)  ‘Per un film sul fiume Po‘.

Naviga il sito www.ansa.it/lifestyle/

”Queste fotografie, originali ed uniche, documentano quanto Antonioni fosse interessato ai luoghi della sua infanzia e giovinezza. Sono giunte fino a noi grazie a mio padre e a mia madre Alda che le hanno gelosamente conservate insieme ad altri ricordi di famiglia, come la cartolina di Michelangelo soldato, proprio del ’39, in cui scrive ironico che quel cibo frugale allestito all’aperto era la sua ‘sala da pranzo’. Nel 1943 Antonioni decise di girare un documentario sulla vita delle persone che vivevano e lavoravano sul fiume Po a Porto Tolle,  ma ben presto la guerra gli avrebbe imposto una sosta forzata. Rimise mano al documentario nel 1947, scoprendo che quasi la metà della pellicola girata era andata perduta.”, racconta Elisabetta Antonioni parlando di Gente del Po che fu l’esordio di Antonioni, il suo primo cortometraggio. Quello stesso palcoscenico naturale della foce del Po tornerà nel suo primo film, Cronaca di un amore con Lucia Bosè, del 1950.

Nelle  foto in mostra, tre delle quali anticipate in esclusiva all’ANSA LIFESTYLE si può già notare l’impostazione dell’immagine tipica di Antonioni regista. La geometria degli spazi, alberi statici, come saranno i personaggi dei suoi film. «Il Po di Volano appartiene al paesaggio della mia infanzia, il Po a quello della mia giovinezza.(…) Tutto quello che ho fatto, buono o cattivo che sia, parte da lì», scrive  Michelangelo Antonioni. nell’articolo  che prosegue: “ Ecco dunque un motivo fondamentale del nostro ipotetico film: la piena. “ . Il regista ipotizza quello che poi inizierà a girare nel ’43 e terminerà nel ’47: Gente del Po, non un film, ma un documentario. Nel documentario Gente del Po che inizierà a girare nel ’43, Antonioni mostrerà proprio la piena del Po, gli effetti devastanti sulla popolazione. La parte andata distrutta, (non si saprà mai se per imperizia di chi doveva stampare la pellicola, o per volontà “politica”: il non voler mostrare la vita dura e faticosa di quelle persone), quasi metà della pellicola girata, mostrava proprio l’acqua che uscendo dagli argini entrava nelle povere capanne e distruggeva quel poco che trovava. I bambini venivano salvati dall’annegamento sistemandoli su lenzuoli appesi al soffitto di paglia delle case.

Agorà – Avvenire – Antonioni, obiettivo sul Po di Fulvio Fulvi     http://www.avvenire.it/Spettacoli/Pagine/antonioni-obiettivo-sul-po.aspx

ANTONIONI, OBIETTIVO SUL PO

Fulvio Fulvi 12 settembre 2014
Dalle sorgenti del Monviso, attraversando la pianura padana, giunge fino al mare Adriatico: il Po è un fiume lungo 652 km, dall’andamento sinuoso e con tante storie da raccontare. Quelle della “Bassa“ nei cinque film della serie di Don Camillo, per esempio, o le credenze popolari di contadini e pescatori del Delta ne Le strelle nel fosso di Pupi Avati, se non l’irriverente parabola del provocatorio Centochiodi di Ermanno Olmi: tutte storie sgorgate da quelle acque miracolose e maledette.E che il “grande fiume” sia un protagonista del cinema italiano lo spiega bene, quest’anno, il Sole Luna Treviso Doc Film Festival (15-21 settembre) che proprio nell’ambito di una sezione dedicata ai fiumi del mondo presenta, nella giornata di apertura, il cortometraggio Gente del Po, opera prima di Michelangelo Antonioni, girato tra il 1943 e il 1947 viaggiando tra la riva emiliana e quella veneta a bordo di un barcone a vapore dove trascorre le sue giornate di fatica e miserie una “fameja polesana” che nel fiume e del fiume vive tra gli stenti, i gorghi, il fango e i pericoli delle piene. Nel corso del festival di Treviso, poi, vengono messe in mostra per la prima volta otto fotografie scattate dal regista di Ferrara nel 1939 (proprietà della nipote Elisabetta, presidente dell’Associazione “Michelangelo Antonioni”), a corredo di un articolo sul Po pubblicato sulla rivista Cinema: una specie di storyboard di quello che, otto anni dopo, sarebbe diventato il documentario. Siamo agli albori del neorealismo, le immagini evocano le stesse atmosfere nebbiose e le allegorie del tempo e della natura che ritroveremo nel film Il mulino del Po, diretto nel 1949 da Alberto Lattuada, tratto dal capolavoro letterario di Riccardo Bacchelli, girato nel mantovano e incentrato sulle battaglie dei lavoratori nell’Italia post-risorgimentale. Ma di produzioni cinematografiche che parlano o prendono spunto dal «fiume che taglia l’Italia in due» se ne contano almeno 530 (compresi “corti” e mediometraggi), come risulta dalla ricerca di Paolo Micalizzi, autore del libro Là dove scende il fiume. Il Po e il cinema.Le paludi, le lagune e le golene che ricamano l’ampia bocca del fiume sembrano il luogo privilegiato dai registi nella scelta dei set: Goro, il Lido di Volano, le Valli di Comacchio e tutta la Bassa ferrarese. A Valle Foce Giuliano Montaldo girò nel 1976 alcune scene di L’Agnese va a morire, un commovente racconto dell’epopea partigiana: la fece prosciugare per costruirvi una piccola caserma dei tedeschi e poi riempire per riprenderla quando si allagava. Anche Pupi Avati ha attinto in abbondanza emozioni, caratteri e chiaroscuri da queste strisce di terra che si insinuano nel mare come le dita di una mano aperta: La casa dalle finestre che ridono è una villa nelle campagne di Comacchio, come il casale della Festa di laurea, mentre in tre abitazioni della Bassa Padana è ambientato il tenero e autobiografico Aiutami a sognare. Persino il romano Roberto Rossellini è rimasto ammaliato dalla foce del Po raccontandoci, nell’ultimo episodio di Paisà, la liberazione dell’Italia.Abbiamo già detto, inoltre, della saga filmica guareschiana, che mette il Po sempre lì dov’è stato pensato da Dio, addosso a Brescello, come un elemento stabile della scenografia, in mezzo ai filari di pioppi che si perdono nella nebbia, pronto a dare fecondia ai campi ma anche a straripare, come ne Il ritorno di don Camillo, accanendosi con la sua furia trascinatrice contro i poveretti che vivono in questa «fetta di terra grassa e piatta» stretta tra il fiume e l’Appennino. Quello stesso fiume fremente e ricolmo che il pretone va a benedire, nel primo film della serie, per scongiurare l’alluvione, portando sulle spalle il Crocefisso parlante in una processione per le vie deserte del paese, seguito solo da un cane, in una scena quasi da post-apocalisse. Si respira, qui, un’aria crepuscolare, con luci e ombre perfette, come in Italia piccola, gioiello di Mario Soldati andato perduto (ne esiste solo una copia non proiettabile) e girato nel 1957 nell’Oltrepò Pavese, un film in cui la Bassa e l’acqua che l’attraversa fanno da sfondo sublime a un melodramma con Nino Taranto ed Erminio Macario in ruoli che non fanno ridere e un giovanissimo, sorprendente Enzo Tortora non ancora troppo distratto dalla nascente televisione.

Ma il torinese Soldati era un vero innamorato del Po, avendone realizzato in tv nello stesso anno un Viaggio memorabile in dodici puntate tra paesaggi, cibi, tradizioni, persone e curiosità. Il suo racconto cominciava così: «C’è un cartello solennne sotto il Monviso, “Fiume Po”: e invece è un torrentello, ma è già il nostro fiume più grande, più bello, più lungo, più caro».

Pellicole sui fiumi e sul viaggio
I documentari della rassegna Sul fiume presentati alla 9a edizione del Treviso Doc Film Festival, dal 15 al 21 settembre, arrivano da vari Paesi, tra cui gli Usa (Watershed movie, sul Colorado, produttore e voce narrante, Robert Redford), la Siberia, l’Inghilterra (Londra a galla, il Tamigi nella lettura di Gloria Aura Bortolini) e l’Italia (Rumore bianco di Alberto Fasulo, sul Tagliamento, Acque segrete di Palermo per la regia di Stefania Casini e Un metro sotto i pesci, di Michele Mellara e Alessandro Rossi sul Po). Il Concorso Internazionale ha per tema Il viaggio: si contenderanno il premio film sulle comunità serbe in Kosovo, sull’integrazione degli extracomunitari in Italia (La mia classe, di Gabriele Gaglianone), su un orfanotrofio di Addis Abbeba, su un carcere femminile israeliano, sull’esperienza di un cantante iracheno. Ci saranno lavori anche da Bulgaria, Grecia, Libia, Svezia, Spagna, India. Nuovi linguaggi e sperimentazioni si coniugheranno, con i temi del dialogo interculturale, dell’integrazione, dei diritti di donne e bambini, del rapporto con l’ambiente. Lucia Gotti Venturato, presidente dell’associazione Sole-Luna, che organizza l’evento, spiega: «C’è bisogno di legami capaci di schiudere le porte delle nostre case e di farci comprendere che il nostro vicino è il mondo e la nostra quotidianità è tra popoli, tradizioni, profumi diversi».
AVVENIRE © riproduzione riservata

L’Arena Cultura – Ritrovate le foto di Antonioni per il suo primo film sul Po http://www.larena.it/stories/Cultura/863317_ritrovate_le_foto_di_antonioni_per_il_suo_primo_film_sul_po/?refresh_ce#scroll=662

VISIONews Daily 12.09.14 http://youtu.be/FuVSMoYiVPE

Bluewin.ch Antonioni e il Po, le foto ritrovate http://www.bluewin.ch/it/spettacolo/2014/9/11/antonioni-e-il-po–le-foto-ritrovate.html

VOGUE Italia Il docu-film festival Sole e Luna  http://www.vogue.it/people-are-talking-about/vogue-arts/2014/09/il-docu-film-festival-sole-e-luna#ad-image

Nella rassegna Sul fiume, dedicata ai corsi d’acqua come origine di vita, compare anche “Gente del Po”, girato da Michelangelo Antonioni nel 1943 e come omaggio a uno dei maestri italiani verranno esposte anche una serie di foto inedite, realizzate sempre da lui nel 1939, sorta di taccuino per quella sua opera prima. Le immagini di Michelangelo Antonioni sono courtesy Elisabetta Antonioni, Presidente Associazione “Michelangelo Antonioni”. di Patrizia Gatti

NotiziarioItaliano  http://www.notiziarioitaliano.it/Antonioni_e_il_Po__le_foto_ritrovate.38f3c95cd.a.html

Filmtv   Gente del PO, foto inedite e altro    http://www.filmtv.it/post/29953/gente-del-po-foto-inedite-e-altro/

FRED Channel 2 Chiara Andrich e Andrea Mura – Sole Luna Festival Venezia71 http://it.fred.fm/chiara-andrich-e-andrea-mura-sole-luna-festival-venezia71/

Corriere della Sera  CULTURA E SPETTACOLO Antonioni e il Po, le foto ritrovate http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Spettacolo/Antonioni-foto-ritrovate/11-09-2014/1-A_014643849.shtml

Corriere della Sera  CULTURA E SPETTACOLO

Antonioni e il Po, le foto ritrovate

13:21 (ANSA) – ROMA – Antonioni e i luoghi della sua infanzia lungo il fiume Po. Tre mesi fa la nipote Elisabetta, che ha fondato l’Associazione Michelangelo Antonioni, ha ritrovato tra le carte del padre foto mai viste prima, scattate dal regista ferrarese alla fine degli anni ’30 quando pensava ad un film o ad un documentario sul Po e alla vita dura dei suoi abitanti. Questi 8 scatti in bianco e nero saranno mostrati per la prima volta al festival Sole Luna Treviso Doc Film (15-21 settembre).

La Tribuna di Treviso Il giovane Antonioni racconta il Po http://ricerca.gelocal.it/tribunatreviso/archivio/tribunatreviso/2014/09/16/NZ_53_55.html

CIAK TOSCANA Ritrovate 8 foto del Po del regista Antonioni http://lnx.ciaktoscana.it/ritrovate-8-foto-del-po-del-regista-antonioni/

UnDo.Net  Sole Luna Treviso Doc Film Festival http://www.undo.net/it/evento/180927

NORDEST BLVD AL VIA IL SOLE LUNA TREVISO – DOC FILM FESTIVAL. http://nordestboulevard.it/2014/09/al-via-il-sole-luna-festival/

Bresciaoggi  Antonioni e il Po, le foto ritrovate             http://www.bresciaoggi.it/stories/Spettacoli/862462_antonioni_e_il_po_le_foto_ritrovate/

La Tribuna di Treviso Il Po di Antonioni nel bianco e nero dei giorni e dei silenzi http://ricerca.gelocal.it/tribunatreviso/archivio/tribunatreviso/2014/09/17/NZ_44_01.html?ref=search

La Nuova di Venezia e Mestre Il Po di Antonioni nel bianco e nero dei giorni e dei silenzi  http://ricerca.gelocal.it/nuovavenezia/archivio/nuovavenezia/2014/09/17/NZ_46_01.html

Il Mattino di Padova  Il Po di Antonioni nel bianco e nero dei giorni e dei silenzi http://ricerca.gelocal.it/mattinopadova/archivio/mattinodipadova/2014/09/17/NZ_43_01.html

Il Po di Antonioni nel bianco e nero dei giorni e dei silenzi

17 settembre 2014 —   pagina 44   sezione: Nazionale

di Valentina Calzavara
Otto scatti fotografici, appena ritrovati, e dodici minuti di girato, riportano in vita il Po di Michelangelo Antonioni (1912-2007). È racchiusa in questi frammenti, una preziosa manciata di fotogrammi l’autobiografia del regista e sceneggiatore. Materiale che non esaurisce certo tutta la sua carriera cinematografica, ma che riesce a restituire, meglio di qualsiasi altra testimonianza, quel legame indissolubile che, fin dall’infanzia, ha legato Antonioni al fiume Po. Il suo Po, come lui stesso lo definiva considerandolo parte del suo dna. Pare di rivederlo, Antonioni, uscire dalla sua casa sul Po di Volano (Ferrara) per andare a giocare con gli altri bambini. Facile immaginarlo, qualche anno dopo, nuovamente lì, questa volta dietro a una macchina da presa a catturare i vapori del fiume, le bilance, i barcaioli a Pontelagoscuro, i filari di pioppi, prima immersi nella nebbia e poi illuminati dal sole. Insomma il respiro di un corso d’acqua e il microcosmo che gli girava attorno, fatto di pesca e di sudore nei campi, di gesti e di riti che si perdono nella notte dei tempi. È nato così nel 1943, il cortometraggio “Gente del Po”, proiettato ieri sera a Treviso, nell’ambito della rassegna “Sole Luna Treviso doc film festival” che, fino al 21 settembre propone anche una mostra fotografica con le immagini del fiume scattate da Antonioni e pubblicate all’interno del quindicinale “Rivista Cinema”, il numero 68 del 25 aprile 1939. Il tutto visibile al chiostro di Santa Caterina, in piazzetta Botter. Un patrimonio di carta e celluloide che acquista ancor più umanità grazie ai ricordi di Elisabetta, la nipote del regista che dal 2011, attraverso l’omonima fondazione, sta promuovendo e valorizzando l’opera dello zio paterno. Un lavoro in continuo divenire, che cresce e si arricchisce di nuovi tasselli. «Ho tanti momenti impressi nella memoria che riguardano sia il regista che lo zio» racconta Elisabetta, «nella mia mente ci sono i set cinematografici ma anche le lettere che inviava alla mia famiglia. Il primo flash che ho di lui è di quando entrò a casa mia e lo vidi per la prima volta. Ero piccola, non camminavo ancora, era in compagnia di Tonino Guerra. Mi nascosi intimorita dietro al divano, lo fissai, lui si abbassò e si mise a giocare. Da allora ci ha sempre uniti un legame fortissimo di affetto ma senza smancerie». Antonioni persona e personaggio pubblico, si intersecano proprio lì, quando si parla del fiume. «In ogni suo film io rivedo Ferrara, in un albero, come in un muretto anche se magari la scena è girata in Cina» continua la nipote, «il rapporto con l’acqua c’è sempre. In esso ritrovava le sue origini e l’origine del suo lavoro». Un’eredità che traspare anche in modo crudo negli ultimi attimi che restano di “Gente del Po”. Altrettanti minuti di girato mancano all’appello, forse distrutti volutamente dal regime fascista, forse accidentalmente. «C’è l’acqua che piano piano sale, la gente in mezzo al fango e i bambini, appesi con le lenzuola sui tetti delle capanne, perché non morissero annegati». Eredità pesante e difficile da digerire che risale ai tempi delle bonifiche di Mussolini. «In quelle scene intravedo il germe di un film» spiega Elisabetta, «c’è un abbozzo di storia, la bambina malata, la mamma che scende alla terraferma per comperarle la medicina. Non è solo una sequenza di immagini, c’è qualcosa di più». E se oggi Antonioni si ritrovasse a fissare le rive del Po, cosa penserebbe? «Credo» conclude Elisabetta, «che continuerebbe a amarne il paesaggio, non troppo modificato dall’uomo. Gli farebbe, forse, un po’ meno piacere non vedere più i bambini correre e i fidanzati amoreggiare lungo le rive. Ma nel bene e nel male, lo avrebbe raccontato così, senza alterarne i tratti, con l’onestà e il rigore che lo hanno sempre contraddistinto».
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#solelunatv14 Elisabetta Antonioni – Rosamaria Salvatore

SoleLuna Treviso http://youtu.be/OSlaCs4OzbY

Elisabetta Antonioni (Associazione Antonioni) e Rosamaria Salvatore (DAMS Università di Padova) presentano Gente del Po Michelangelo Antonioni e gli otto scatti recentemente ritrovati dal Maestro ed esposti in occasione del Sole Luna Treviso Doc Film Festival al Museo di Santa Caterina a Treviso.