Mi sono fatto da solo.
Credo di aver avuto per maestri i miei occhi.
Le montagne incantate del 1997
Due opere in mosaico di Michelangelo Antonioni, in esposizione permanente nella Loggetta Lombardesca del MAR di Ravenna, nella sezione “Mosaici Moderni e Contemporanei” Michelangelo Antonioni.
Due opere in mosaico di Michelangelo Antonioni, in esposizione permanente nella Loggetta Lombardesca del MAR di Ravenna, nella sezione “Mosaici Moderni e Contemporanei” Michelangelo Antonioni con Alessandra Caprara e Silvana Costa (quella orizzontale 107 x 48) Michelangelo Antonioni con Luciana Notturni e Daniele Strada (quella verticale 97 x 224).
MOSAICI MODERNI E CONTEMPORANEI La collezione dei Mosaici Moderni, allestita al piano terra il Museo d’Arte della Città – Loggetta Lombardesca, è frutto di un’iniziativa brillante del professor Giuseppe Bovini, docente di Archeologia Cristiana presso l’Università di Bologna, che voleva valorizzare la raffinata tecnica dei mosaicisti ravennati, applicandola all’arte contemporanea. Vista la felice esperienza, Bovini decise di contattare i migliori artisti fra i contemporanei, perché creassero bozzetti di opere da realizzarsi a mosaico: un connubio fra arte della pittura e arte del mosaico in cui venissero rispettate le peculiarità di quest’ultima. La scelta dei candidati fu fatta con la collaborazione di Giulio Carlo Argan e Palma Bucarelli e comprese esponenti di diverse correnti artistiche: Afro, Santomaso, Corpora, Moreni, Vedova, Birolli, Cagli, Campigli, Capogrossi, Cassinari, Deluigi, Gentilini, Guttuso, Mirko, Paulucci, Saetti, Reggiani e fra gli stranieri Chagall, Sandquist e Mathieu. I maestri mosaicisti che realizzarono i bozzetti furono: Cicognani, Medici, Molducci, Morigi, Musiani, Papa, Rocchi, Signorini, tutti della Bottega del mosaico diretta da Giuseppe Salietti. Mathieu e Deluigi scavalcarono la fase preparatoria del cartone realizzando personalmente il mosaico con l’aiuto di alcuni mosaicisti del gruppo. La “Mostra dei Mosaici Moderni”, fu inaugurata il 7 giugno 1959, e resta, per la grande qualità delle opere e per il prestigio degli autori, una fra le più illustri testimonianze della produzione artistica della seconda metà del Novecento. Costituisce un fondamentale esperimento del possibile connubio tra i linguaggi dell’arte contemporanea e le soluzioni espressive del mosaico. La raccolta dimostra anche l’attualità delle opere musive autonome, affrancate dalla tradizionale destinazione architettonica, permettendo un rapporto più diretto con la suggestione cromatica e tattile delle tessere.
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