Giordano Cianfaglione, Enrico Appetito, Michelangelo Antonioni: rivisitazione di una mostra

18-10-2018

Tra-scene: immagini da, intorno e attraverso l’esposizione ‘’I 400 scatti di Enrico Appetito per Michelangelo Antonioni. Il segreto dell’arte contemporanea sui set 1959-1964’’  (Galleria Nazionale di Arte Moderna, Roma, 04/12/2015 – 07/02/2016)

Ho realizzato queste fotografie tre anni fa, in occasione dell’inaugurazione della mostra, poiché all’università sono stato un allievo del professor Marco Maria Gazzano, uno dei due curatori insieme all’artista Antonio Passa, ed è stato appunto grazie a lui che ne sono venuto a conoscenza. Poi circa un mese fa ho visto sulla pagina Facebook dell’Associazione Michelangelo Antonioni un articolo che ne parlava ed allora ho deciso di inviarle, chiedendo se fossero interessati a pubblicarle.

Con molto piacere ho avuto una risposta positiva, e devo dire che sono davvero contento di questa occasione, che mi ha fatto provare come le cose possano scorrere sotterraneamente, in maniera se vogliamo antonioniana, per tempi molto lunghi, per poi riemergere, inaspettatamente.

C’è anche un altro motivo per cui sono contento, insieme ovviamente al grande onore per cui ringrazio l’Associazione ed in particolare la presidente Elisabetta Antonioni, ovvero avere la possibilità di ricalarmi nel clima e nel sentire delle opere di un artista che amo moltissimo, e di riconfrontarmi e riflettere nuovamente su di esse.

Come accennato, ho studiato cinema, fotografia ed arti elettroniche al DAMS dell’Università di Roma Tre, conseguendo nel 2013 la Laurea Magistrale in Teorie dell’Intermedialità. Lì ho conosciuto i film di Antonioni, che mi hanno segnato in maniera decisiva: quando ho visto la prima volta ‘’La Notte’’ e ‘’Deserto Rosso’’, ne sono rimasto così impressionato che poi a casa, al computer, ne catturavo dei fermo-immagine per apprezzarne meglio alcune inquadrature.

Se cerco di dire cosa fosse che mi colpiva allora in quei film, e oggi e in tutti questi anni, forse non posso che definirlo come il senso di ‘’essere-in-formazione’’ della percezione e delle cose. Una tensione inquieta ma profondamente meditativa (media-titativa vorrei dire). Un equilibrismo in contrappunto sia tra le diverse sfere sensoriali che all’interno di ciascuna, che porta a sentire, a vedere e a toccare la pienezza e la dilatazione dei muri e dei vuoti, in una ricerca incessante e in un bisogno, a volte disperato e a volte incantato, di essere pienamente qui e altrove, dentro e oltre.

Non so dire se questa sensazione sia sempre stata così in me, o se si sia formata nel tempo, ma in qualche modo mi ha accompagnato e la ritrovo anche in altre mie esperienze.

Dopo l’università sono restato a Roma, ma sono nato a Perugia il 28 ottobre 1985, vivendoci fino ad 11 anni, per poi trasferirmi a L’Aquila con la mia famiglia, che ancora risiede lì. In questi spostamenti tra diverse realtà, dalle montagne in lontananza che osservavo da adolescente un po’ smarrito in una città nuova alle lontananze sconfinate che si aprono senza posa salendo sulle montagne, dall’impatto brusco con i ‘’palazzoni’’ e la metropolitana di Roma e poi pian piano al sentire attraverso i loro muri-segno le apparizioni-taglio del cielo e dei rumori della strada, sicuramente la mia sensibilità si è formata anche grazie alle opere di Michelangelo Antonioni, ha risuonato insieme a loro, in un’evoluzione e in un dialogo continuo e reciproco, affatto concluso.

Tornando alle fotografie in questione, posso dire che le ho realizzate perché mi interessa moltissimo il rapporto tra la fotografia, le altre arti e la scena, perciò il contesto decisamente particolare di questa esposizione mi ha subito attirato.

Si trattava infatti non di tradizionali fotografie di backstage o promozionali, ma di immagini scattate da un fotografo-artista, Enrico Appetito, sui set dei film di uno dei maggiori innovatori, interpreti e indagatori delle criticità del cinema e dell’immagine tout-court nella modernità.

Ho così sentito la possibilità e lo stimolo di svolgere a mia volta come fotografo un’indagine su queste immagini, su come vivessero nell’ambiente dell’esposizione, tanto più che l’allestimento realizzato dai curatori aveva a sua volta una forte componete concettuale ed estetica, al pari di un’installazione.

Il mio percorso di ricerca artistica negli ultimi anni si è orientato sempre più verso la relazione tra fotografia e scena, intesa come campo di relazioni tra elementi in movimento, in cui io come fotografo e le immagini siamo compresi in una doppia veste.

Sempre all’università, mi sono formato come attore-fotografo ‘’in’’ scena nei laboratori di Drammaturgia della Arti Sceniche Contemporanee di Carlo Quartucci e Carla Tatò, in un rapporto che dura tutt’ora, mentre lo scorso anno ho partecipato al progetto ‘’Contact Improvisation – Visioni in Contatto’’, diretto dal danzatore Marco Ubaldi, in una ricerca sul fotografare danzando e sul danzare osservando le fotografie, in cui ho esposto per la prima volta le mie immagini, rimettendole in scena e in interazione con altri danzatori, per vedere se e come potessero nascere altre ‘’figure’’.

Dunque, riguardandole oggi dopo tre anni, in queste fotografie mi sembra di trovare e di aver cercato questo: che pubblico e personaggi-attori nelle foto, separati, vivessero accomunati in un’ulteriore dimensione, appunto quella delle fotografie scattate da me. Un contrasto tra lo scorrere della vita, a volte un po’ distratto, dei visitatori e la fissità lontana di queste tracce del passato, di questi ‘’lares’’; ma a volte, a tratti, anche un incontro, una sorpresa ed una consapevolezza un po’ inquietante della loro effettiva presenza.

Ed io ho tentato di ribaltare, di estendere questa consapevolezza aleggiante nell’aria, portando anche i visitatori stessi nella dimensione di immagini fotografiche, verso un’osmosi tra la loro immagine e quelle già in fotografia. Dimensione dell’immagine fotografica che per di più oggi non è univoca, oscillando tra l’emissione di luce dei monitor e la relazione con la luce ambiente delle stampe su supporto.

I personaggi-attori colti da Enrico Appetito stanno tra la scena e il fuori, nel mentre di un doppio divenire immagine, filmico e fotografico, veramente in una profonda sintonia con gli smarrimenti e gli attimi di illuminazione caratteristici delle ricerche antonioniane di sé stessi e dell’altro attraverso reciproche rifrazioni. Così sospesi, questi attori-personaggi vengono ora chiamati a fare da testimoni e da paesaggio fondante al passaggio dei visitatori dell’esposizione verso una nuova, sconosciuta, chiaroscurale dimensione.

Fotografie allora, quelle da me scattate, ma anche re-immaginazioni, pronte ad assumere a loro volta, qualora esposte, in varie forme, questo stesso ruolo, come in un cannocchiale prospettico in espansione e rivolto al contrario e ad un in-finito rifigurarsi.

Giordano Cianfaglione

 

L’ASSOCIAZIONE MICHELANGELO ANTONIONI RINGRAZIA GIORDANO CIANFAGLIONE PER IL PREZIOSO DONO DI QUESTI SCATTI.

Copyright delle foto: GIORDANO CIANFAGLIONE

 

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (29)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (28)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (30)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (31)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (27)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (26)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (25)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (24)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (23)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (22)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (21)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (20)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (19)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (18)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (17)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (16)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (15)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (14)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (13)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (12)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (11)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (10)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (9)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (8)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (7)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (6)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (5)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (4)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (3)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (2)

400 SCATTI per Antonioni GNAM 2015 - foto G. Cianfaglione (1)

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