Dopo questo film, passano cinque anni prima che possa tornare a girare; le offerte dei produttori, come Addio alle armi di Hemingway o Il comunista di Morselli, non lo interessano, mentre le sue proposte, “Patire o morire”, “Gelosia” e “L’aquilone”, incontrano difficoltà ad essere prodotte. Per il primo dei tre soggetti, il diario di una monaca di clausura, è d’accordo con Gianni Bozzacchi e Valerio De Paolis della Compagnia Europea Cinematografica; vengono contattati prima Robert De Niro e poi Giancarlo Giannini per il ruolo del protagonista ma, prima dell’inizio delle riprese, nel 1978, i finanziatori americani si ritirano. La sceneggiatura di Gelosia, tratta da un racconto di Italo Calvino, Il guidatore notturno, non soddisfa invece Antonioni, che decide di non realizzarla, salvo poi rielaborarla qualche anno più tardi, introducendovi elementi da Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes. Il terzo soggetto, L’aquilone, è una favola fantascientifica – pubblicata nel 1982 dall’editore Maggioli di Rimini – per la cui ambientazione Antonioni sceglie la Russia, ma ben presto si rende conto di non poter disporre dei mezzi necessari a realizzare gli effetti speciali e abbandona il progetto. È in questo periodo di lontananza dai set che dipinge le prime Montagne incantate e pubblica numerosi racconti sul «Corriere della Sera».

Il mistero di Oberwald nasce dalla proposta di Monica Vitti di realizzare per la televisione un dramma di Cocteau, La voce umana. Attratto dalla possibilità offerta dall’elettronica di cambiare la realtà senza intervenire su di essa, Antonioni accetta, suggerendo però un altro testo di Cocteau, allo scopo di evitare il confronto con Rossellini, che aveva adattato La voce umana per il cinema già nel 1948. La scelta cade su L’aquila a due teste. Le riprese durano circa due mesi, il riversamento dal nastro magnetico alla pellicola richiede invece ben più tempo: è il primo lungometraggio al mondo interamente girato con telecamere e riversato su pellicola; se ne occupa la Image Transform di Los Angeles. A Venezia, nel 1980, viene accolto con molte riserve.

Durante l’estate del 1980 scrive un racconto che, rielaborato assieme a Gérard Brach, diventa la sceneggiatura di Identificazione di una donna. A produrlo sarà Giorgio Nocella della Iter Film, il quale impone però che si facciano economie. A questo scopo vengono scelte come protagoniste due attrici fino ad allora sconosciute, Daniela Silverio e Christine Boisson. In questa occasione, per la prima volta, l’autore esegue il montaggio da solo. Esce nel 1982.

Successivamente Antonioni lavora a due progetti. Il primo, su San Francesco, commissionatogli dall’ordine dei francescani, che vogliono «un film sull’uomo», rimane in sospeso. Il secondo, “La ciurma”, scritto assieme a Mark Peploe, ha per soggetto la storia di un uomo scomparso in mare, sul proprio yacht, suggeritagli da un fatto di cronaca. Antonioni, incuriosito da quella sparizione, scrive anche un racconto Quattro uomini in mare, pubblicato sul «Corriere della Sera», in cui fornisce una personale interpretazione di quel mistero. “La ciurma” piace ai produttori americani, i quali però rinviano continuamente il momento delle riprese. In attesa di una loro risposta, gira uno spot pubblicitario per la Renault, Renault 9 e, su proposta di Enrico Ghezzi e Michele Mancini, il corto Ritorno a Lisca Bianca, ricognizione sui luoghi de L’avventura. Contemporaneamente si dedica alla scrittura e alla pittura; nel maggio del pubblica presso Einaudi Quel bowling sul Tevere, una raccolta di racconti, mentre, nel settembre dello stesso anno, al museo Correr di Venezia viene allestita una mostra di circa cento dei suoi quadri, cui dà il titolo di Montagne incantate. Nel 1984 è Sotto il vestito niente, un giallo ambientato nel mondo della moda, ma anche questo progetto salta all’ultimo momento; gira invece un video musicale per Gianna Nannini, Fotoromanza.

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